Quando le scuole sono state chiuse in seguito all’arrivo in Italia della pandemia da Covid19, nessuno avrebbe mai immaginato che tutte le attività avrebbero dovuto essere riprogrammate e rimodulate fino al termine dell’anno scolastico.

Così è avvenuto per le lezioni in tutte le scuole italiane ed anche per #tu6scuola, un progetto nato per prevenire e contrastare la dispersione scolastica con un modello di didattica attiva mirato a favorire la motivazione di ragazzi e insegnanti. È un’iniziativa che coinvolge migliaia di studenti, le loro famiglie, gli insegnanti e le comunità locali. Tutte le attività sono state rimodulate, riuscendo comunque a offrire agli studenti gran parte di quanto progettato.

In questo periodo si è toccato con mano quanto grande sia la necessità di interventi contro la povertà educativa e la dispersione scolastica, problematiche che il progetto triennale #tu6scuola – in cui CELIM è coinvolto insieme al capofila CIAI e ad altri 25 partner – si impegna a contrastare, con azioni in 6 territori (Milano, Rovellasca, Città di Castello, Ancona, Bari e Palermo), coinvolgendo duemila ragazze e ragazzi della scuola media, le loro famiglie e 350 insegnanti.

Digital divide

Durante la chiusura delle scuole si sono ampliate le differenze tra studenti nella possibilità di seguire le lezioni e di interagire con insegnanti e compagni. La situazione socio-economica famigliare di ciascuno di loro ha influito sul coinvolgimento nelle attività della didattica a distanza e sulla possibilità materiale di accedervi (avere e saper usare Pc e tablet con i programmi necessari).

Secondo l’Istituto statistico, nel 2019 Internet è stato utilizzato su base regolare dal 74% delle persone tra i 16 e i 74 anni, una cifra importante ma inferiore all’85% della media europea. Rilevante è la differenza tra Nord e Sud: il 30% delle famiglie che non usano internet si trova a Sud, nei Comuni con un massimo di 2 mila abitanti. Una famiglia su tre non ha accesso a un personal computer o un tablet e il 27,8% della popolazione vive in case sovraffollate, il che rende complicato per molti studenti tenere il passo con le attività scolastiche e formative. Conseguentemente nel rapporto si evidenziano anche le difficoltà nell’uso degli strumenti digitali da parte degli studenti, emerse a partire dalla fase di lockdown: il 45,4% degli studenti di 6-17 anni (pari a 3 milioni 100mila) ha difficoltà nella didattica a distanza per la carenza di strumenti informatici in famiglia, che risultano assenti o da condividere con altri fratelli o comunque in numero inferiore al necessario.

Il divario digitale italiano non è attribuibile solo alle carenze tecnologiche e infrastrutturali, ma è legato a lacune del sistema educativo. In altri termini, l’accesso è una condizione necessaria, ma non sufficiente, per un utilizzo efficace delle tecnologie informatiche ed emerge un quadro meno positivo quando si considerano anche i livelli di abilità d’uso. Sono, infatti, meno del 40% le famiglie italiane in cui è presente almeno un’internauta con competenze digitali elevate e il 12,8% quelle in cui tutti i componenti hanno queste stesse capacità d’uso. Sotto altro profilo, gli utenti con competenze digitali elevate sono solo il 22% in Italia contro il 33% della media dei 28 paesi dell’Unione Europea.

Ripresa online

Le attività del progetto #tu6scuola si sono dovute trasferire sulle piattaforme online e modificare, per poter essere di sostegno e utilità ai ragazzi, agli insegnanti e alle famiglie di fronte alle necessità di questo particolare periodo.

Con questi obiettivi, gli operatori di CELIM hanno potenziato i laboratori di sostegno allo studio, sia come supporto all’apprendimento delle varie materie sia come occasione di ascolto e confronto in merito a problemi legati all’uso delle tecnologie e al disagio emotivo dovuto alla particolare situazione del lockdown e alla lontananza da compagni e insegnanti.

Anche i percorsi di alfabetizzazione in italiano L2 hanno svolto questa duplice funzione – didattica e di ascolto -, in vista dell’inclusione dei ragazzi stranieri, contrastando gli effetti di questo periodo, in cui chi ha meno strumenti – linguistici e digitali – si è trovato ancor più svantaggiato.

Nuove modalità hanno trovato anche i «Saltaclasse»: le classi prime hanno portato a termine – con il supporto professionale di Cinemovel – la seconda stagione del loro «Cinegame»; le classi seconde si sono dedicate alla tematica ambientale, analizzando i consumi di plastica, acqua e carta, non più della scuola – come previsto – ma del proprio nucleo famigliare.

Inoltre, tramite i laboratori «Fuori Orario», i ragazzi hanno potuto continuare il percorso «Ti rispetto!» di educazione alla consapevolezza di sé e delle proprie emozioni, che si è rivelato una preziosa risorsa nel periodo dell’isolamento; è proseguito anche il laboratorio artistico, che ha mantenuto desta la creatività dei ragazzi nell’ideazione di un murale a tema ambientale che andrà presto ad abbellire uno dei muri esterni della scuola.

«Dopo i primi giorni di incertezza – racconta Giovanna Minotti, volontaria in servizio civile presso CELIM -, io e le altre operatrici ci siamo rese conto che l’unico modo per restare al fianco delle ragazze e dei ragazzi sarebbe stata la possibilità di vederci e parlare con loro tramite video. è iniziato così un periodo inaspettato e intenso, in cui mi è capitato di aiutare i ragazzi ad utilizzare la piattaforma per la scuola Classroom, di “stanare” alcuni di loro perché partecipassero alle lezioni online, di leggere libri a distanza, di sostenere qualche studente nella preparazione dell’esame di terza media».

Nel nuovo anno scolastico ci aspettano nuove sfide, da fronteggiare con rinnovata attenzione ai bisogni dei ragazzi e delle comunità.

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