303%: un numero dietro il quale si nasconde una tragedia. La tragedia dei detenuti zambiani costretti a condividere spazi angusti i cui livelli di occupazione sono appunto il 303% ma che, in alcune strutture, raggiungono il 600%. Cioè tre persone (a volte fino a sei) sono costrette a vivere dove potrebbe vivere una sola persona. Condizioni al limite che CELIM, attraverso il progetto «La seconda occasione», sta cercando di migliorare.

Secondo le statistiche fornite dall’amministrazione penitenziaria zambiana, negli ultimi anni la popolazione carceraria è cresciuta notevolmente. Nel 1998 erano detenute 14.318 persone, nel 2019 21.000. L’incremento è coinciso solo in piccola parte con un rinnovamento delle strutture. Così i detenuti sono costretti in piccole celle sovraffollate. Il cibo fornito non è sufficiente, rendendo necessaria la donazione di alimenti da parte dei parenti. Molti però a causa della povertà e dello stigma sociale, sono lasciati a se stessi. La malnutrizione causa e aggrava molte malattie. La morte è così una delle conseguenze della pena detentiva.

CELIM lavora nelle carceri zambiane con due obiettivi: migliorare le condizioni di vita dei detenuti e offrire loro una possibilità di riscatto una volta scontata la pena. I beneficiari diretti sono 1.452 detenuti che devono scontare una condanna inferiore a 4 anni in sette penitenziari dello Zambia (Kaoma 140; Kalabo 133; Senanga 145; Mongu 482; Mumbwa 179; Mazabuka 305; Nakambala Approved School 68). Ad essi si aggiungono 20 coordinatori delle attività formative, 17 responsabili dell’area psico-sociale nelle carceri, 12 impiegati dell’ufficio del lavoro, 19 assistenti sociali.

Neanche il Covid-19 ha fermato le nostre attività. ««Non ci siamo fermati – spiega Gianclaudio Bizzotto, project manager CELIM in Zambia -, le nostre attività proseguono normalmente. Da parte nostra stiamo più attenti. Come indicato dalle organizzazioni internazionali, cerchiamo di tenere le distanze dai nostri interlocutori e ci laviamo e disinfettiamo le mani più spesso del solito. Continuiamo, nella speranza che, almeno questa volta, l’Africa sia risparmiata da questa epidemia che sta colpendo così duramente l’Europa».

CELIM aveva organizzato una cena benefica nel ristorante del penitenziario di Bollate. Purtroppo l’epidemia e il lockdown ci hanno costretto ad annullarla. Ma è sempre possibile effettuare una donazione per i carcerati zambiani. Una piccola somma può essere un grande aiuto per loro.

 

 

 

Progetti correlati