555 è una cifra importante. È il numero dei ragazzi e delle ragazze che hanno partecipato alle attività di «La mia scuola è differente!» tra il 15 febbraio e il 14 agosto. Un numero consistente, considerato il periodo difficile caratterizzato dalla chiusura delle scuole e dalle limitazioni dovute alla quarantena, al distanziamento e alle rigide misure igienico-sanitarie.

Sono stati quindi 555 i bambini, le bambine, i ragazzi e le ragazze tra i 5 e i 15 anni coinvolti nelle iniziative. Una piccola parte (1%) proveniente dalla scuola dell’infanzia, la maggior parte (67%) dalla scuola primaria e un terzo (32%) dalla scuola secondaria di primo grado. Sono italiani, ma anche non italiani, che vivono a Milano (64%), Padova (26%) e Torino (10%).

«Il Covid-19 – spiega Francesca Riva del settore educativo di CELIM – non ha fermato le nostre attività. Certo, la pandemia ha posto dei limiti precisi, ai quali ovviamente ci siamo attenuti, per tutelare la salute di educatori e piccoli, ma non ha arrestato i nostri programmi. Abbiamo continuato il nostro percorso educativo, consapevoli che, proprio la pandemia, ha reso ancora più necessaria un’offerta formativa che miri ad ampliare le esperienze educative degli alunni e migliorare le competenze di tutti i soggetti coinvolti».

I ragazzi e le ragazze hanno partecipato a una attività (76%), ma alcuni (20%) a due o, addirittura, a tre (4%). E, in particolare, a «La mia scuola non va in vacanza» (297), «Risorse di famiglia» (223), «Laboratori di scuola aperta» (120) e «La mia comunità è la mia scuola» (47).

«Nonostante questa seconda ondata di coronavirus – conclude Francesca – stiamo progettando nuove iniziative: workshop, camp digitali, ecc. I ragazzi e le ragazze non saranno lasciati da soli. Si continuerà a offrire contenuti aggiuntivi che permetteranno loro di crescere. Nonostante il Covid».

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