Erano esaurite. Ora sono di nuovo disponibili. A breve saranno disponibili sul nostro shop online. Sono le mascherine realizzate dai carcerati zambiani per CELIM. A giorni ne arriveranno 300. Sempre coloratissime. Sempre prodotte con tessuti africani. Sempre realizzate con filtri per contenere la diffusione del coronavirus.

«Quando è scoppiata la pandemia di Covid-19 – spiega Gianclaudio Bizzotto, Celim Zambia -, abbiamo proposto alla direzione penitenziaria di far produrre ai carcerati le mascherine necessarie per proteggere sia i detenuti sia gli agenti di polizia. Coerenti con l’attenzione che CELIM riserva ai temi ambientali, si è voluto evitare le mascherine usa-e-getta che verrebbero gettate via dopo un solo impiego e andrebbero ad aumentare la già consistente massa di rifiuti da smaltire. Quelle in tessuto sono amiche dell’ambiente ma, allo stesso tempo, come confermano alcuni studi delle Nazioni Unite, rappresentano un valido presidio contro la diffusione del Covid-19».

Si è poi deciso di produrle non solo per i penitenziari, ma anche per il mercato civile. Le mascherine sono realizzate con due strati di tessuto e uno a mo’ di filtro. Con particolari attenzioni sono riutilizzabili all’infinito. Le prime sono arrivate in Italia lo scorso anno, con taglie sia per bambini sia per adulti. E sono andate a ruba. Si è così deciso di produrle nuovamente.

«Nel laboratorio di sartoria del penitenziario di Kaoma – spiega Bizzotto -, grazie alla collaborazione di un’amica sarta, abbiamo formato un gruppo di detenuti. Sono loro che hanno tagliato e poi cucito le nuove mascherine grazie ai tessuti che abbiamo messo loro a disposizione».

Questa non è un’iniziativa estemporanea, ma si inserisce nell’ambito di «La seconda occasione», un progetto che CELIM sta portando avanti in Zambia per offrire opportunità di reinserimento sociale ed economico dei detenuti. «Siamo convinti che il reinserimento degli ex detenuti in Zambia non solo sia possibile, ma sia doveroso e che queste persone possono ancora dare molto al loro Paese – conclude Bizzotto -. L’iniziativa delle mascherine vuole proprio andare in questa direzione. Quindi acquistare una di queste mascherine è un doppio gesto di solidarietà: verso l’ambiente, perché sono riutilizzabili, e verso i detenuti, perché li si aiuta, attraverso il lavoro, a trovare una nuova dimensione sociale ed economica».

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