Peter prende un libro. Un romanzo. Lo apre e inizia a leggere. Piano piano. Pagina dopo pagina si immerge nella storia. Dimentica quello che ha passato. Dimentica quello che sta vivendo. La sua mente viaggia riga per riga. Mark, il suo compagno di cella, legge un libro tecnico. Gli piace la meccanica e spera un giorno, quando tutto sarà finito di poter aprire una sua officina.

Mark e Peter, i nomi sono di fantasia, sono due detenuti della prigione di Mumbwa, in Zambia. Uno dei penitenziari nei quali CELIM lavora per riabilitare i carcerati attraverso il progetto «Seconda occasione».

Dal 2016 CELIM è partner di Book Aid. In Italia, questa organizzazione non è molto conosciuta, ma nel mondo anglosassone è un’istituzione storica. È un ente di beneficenza che raccoglie libri (nuovi) e li dona a biblioteche pubbliche, comunitarie, scuole, campi profughi, ospedali, prigioni e università. «Garantiamo – è scritto nel sito – che i libri che forniamo siano disponibili a tutti senza discriminazioni. Lavoriamo anche per aumentare il supporto disponibile per le persone quando iniziano a leggere, formando bibliotecari e insegnanti».

Book Aid International è un aiuto incredibile perché offre la possibilità alle persone «di imparare, immaginare nuove possibilità e plasmare il proprio futuro, contribuendo a costruire un mondo in cui tutti abbiano accesso a libri che arricchiranno, miglioreranno e cambieranno le proprie vite». Attraverso una rete di partner, lavora in una trentina di Paesi al mondo fornendo 19,5 milioni di libri nuovi, accuratamente selezionati.

Da quattro anni, CELIM Zambia è partner di Book Aid e nel 2020 ha ricevuto circa duemila libri, che sono stati distribuiti nelle sette carceri e nelle scuole riformatorio.

«I libri non sono solo uno strumento di evasione – osservano a CELIM Zambia -, sono gli strumenti attraverso I quali I detenuti possono costruirsi una cultura e, attraverso essa, un futuro migliore. È un aiuto fondamentale che si inserisce alla perfezione nell’azione che stiamo portando avanti con I carcerati per sostenerli nel loro cammino di reinserimento nella società».

Progetti correlati