L’acqua da scarto e inquinante può diventare risorsa per l’agricoltura e per tutto l’ambiente. È questa la priorità di «Olio e olive di qualità», il progetto che CELIM sta implementando nel Libano meridionale.
Finora l’acqua derivante dal processo di molitura delle olive veniva gettata nel fiume Hasbani. Il risultato era un inquinamento massiccio. Per le autorità libanesi questo era ed è un grave problema perché mette a rischio l’intero bacino fluviale. «In Italia e in Europa in generale – osserva Antonio Buzzelli, responsabile Paese di CELIM -, quest’acqua viene, in una certa misura distribuita nei campi per fertilizzarli. La restante parte viene fatta evaporare in apposite vasche. È quanto vogliamo fare anche in Libano».
In passato, sono state create vasche all’avanguardia, ma non sono mai state impiegate. I contadini le vedono come un costo eccessivo e preferiscono investire i fondi in altre attività. «Il nostro progetto – continua Buzzelli – mira a creare vasche di evaporazione vicino ai molini, ma soprattutto a convincere i contadini che l’acqua sparsa sui campi è tutt’altro che nociva, ma può aiutarli a migliorare la produzione».
Il tema ambientale quindi si scontra con tradizioni, usi e convenienze economiche. «Promuovere nuovi concetti di sviluppo sostenibile è importante – osserva Buzzelli -, ma è un lavoro che non può prescindere da un’attività culturale a vasto raggio. Solo così i nuovi concetti possono penetrare profondamente nella società e diventare duraturi nel tempo».
I progetti CELIM sono come scintille che cercando di accendere una sensibilità diversa e innescare il cambiamento. «La sensibilità ambientale può essere promotrice di sviluppo – conclude Buzzelli -. Oltre all’agricoltura, penso al vasto tema dei rifiuti. Per il Libano è un dramma. Non c’è una cultura diffusa del riciclo, né dello sfruttamento degli scarti. Anche in questo campo va fatto un lavoro culturale profondo che parte dalle famiglie, passa alle comunità e arriva alle autorità. Un impegno capillare, ma solo così possiamo lasciare una traccia duratura nel segno dell’Impact to change».