Nel Libano meridionale si producono grandi quantità di olio. Una parte importante del prodotto rimane però invenduta a causa della sua scarsa qualità e degli alti costi. Gli scarti della lavorazione della filiera, inoltre, vengono riversati nei fiumi o sui terreni agricoli. Si crea quindi una situazione ambientale insostenibile.
Obiettivo del progetto: migliorare l’efficienza produttiva, creare uno stabile accesso ai mercati estero e interno, ridurre l’impatto ambientale.
2.935 olivicoltori coinvolti ad Hasbaya
11 cooperative interessate
10 frantoi migliorati
Il Libano Meridionale possiede un clima mite e terre adatte alla coltivazione delle olive. La produzione però sconta le difficili condizioni in cui vive la regione.
«La Municipalità di Hasbaya – spiega Davide Raffa, direttore CELIM – per anni, è stata isolata a causa della guerra civile e ciò non ha favorito lo sviluppo. L’area continua ad affrontare condizioni di arretratezza e la mancanza di vere politiche che favoriscono la crescita del settore delle olive e dell’olio».
Serve quindi un sostegno finanziario e un’assistenza tecnica che permetta di migliorare in termini qualitativi e quantitativi la produzione. Una delle principali sfide che il settore dell’olio d’oliva locale deve ancora affrontare è la mancanza di standard applicati dal governo, che lascia il mercato vulnerabile all’assalto di olii di oliva scadenti o contraffatti. Inoltre, la rete di commercializzazione e distribuzione dell’olio è debole, il che impedisce agli agricoltori di vendere i loro prodotti ai prezzi giusti. Ciò provoca un surplus di olio d’oliva alla fine del raccolto che non si riesce a smaltire neanche attraverso l’esportazione.
I principali problemi della filiera sono:
Il progetto, realizzato in collaborazione con Ingegneri senza Frontiere e Chico Mendes Onlus, ha come controparti locali El Khalil Foundation e Lari (Lebanese Agricultural Research Institute). L’obiettivo è il miglioramento delle condizioni di 2.935 contadini delle aree rurali del Sud del Libano. In particolare, si lavora con una decina di frantoi del Distretto di Nabatiye.
Il progetto si muove in tre direzioni:
Dal punto di vista tecnico, il progetto mira quindi a rafforzare le capacità degli agricoltori di realizzare un prodotto che abbia standard qualitativi che rispettino i parametri internazionali. Standard che verranno mantenuti modernizzando le attrezzature e le tecniche a disposizione dei contadini.
Titolo progetto
Olivicoltori e cooperative di Hasbaya per un marchio di qualità
Responsabile progetto
Marco Aurelio Benedetti, celim@celimlb.org
Date
ottobre 2019/ gennaio 2023
In un'intervista a Il Manifesto, l'agronoma di CELIM racconta i danni provocati dai bombardamenti dell'esercito di Israele
Gianluca Bozzia di Chico Mendes: “Distribuito attraverso i circuiti del commercio equo e solidale, è stato molto apprezzato”
Grazie al progetto Dot Olive, è migliorata la coltivazione delle olive e la produzione di olio nel distretto di Hasbaya