I cambiamenti climatici si sono sempre registrati nella storia del nostro pianeta. A partire dal 19° secolo, per effetto della rivoluzione industriale e dell’uso massiccio dei combustibili di origine fossile, questo processo è andato via via accelerando.  Le concentrazioni di gas a effetto serra sono ai livelli più elevati degli ultimi 2 milioni di anni. E le emissioni continuano ad aumentare. Di conseguenza, oggi la Terra è 1,1°C più calda rispetto alla fine del 19° secolo. L’ultimo decennio (2011-2020) è stato il più caldo mai registrato.

Che cosa fare di fronte a questo fenomeno? Come operare per promuovere un diverso modello di sviluppo e per diffondere una maggiore consapevolezza dei rischi del climate change?

CELIM partecipa a Energy, un progetto lanciato AVSI, e al quale partecipano anche CAI, Carbonsink, Associazione amore per il sapere, Edison, Fondazione Banco alimentare, Fondazione De Gasperi. Energy si rivolge a docenti, studenti e studentesse di Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Liguria offrendo loro un percorso per formare attori consapevoli del cambiamento climatico, offrendo strumenti innovativi per la didattica e accompagnando studenti e docenti ad agire in un’ottica di sviluppo sostenibile. Il progetto si articola in tre passi: corsi per docenti e studenti su tematiche legate al tema del cambiamento climatico; laboratori per permettere agli studenti di approfondire uno o più temi e diventare poi agenti del cambiamento programmando azioni specifiche all’interno dell’ambiente scolastico; un’esperienza fuori dal contesto scolastico, per entrare in contatto con la realtà locale e confrontarsi con essa.

“È fondamentale – commenta Silvia Jelmini di CELIM – creare una coscienza collettiva che guardi allo sviluppo sostenibile come un paradigma. Allo stesso tempo, però, è necessario offrire risposte concrete per evitare che si diffondano forme di eco-anxiety o climate anxiety. Bisogna guardare a un futuro diverso senza paura, ma con la consapevolezza che insieme si possono cambiare le cose”.

 

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