Si celebra il 2 aprile, la Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo. Un’occasione importante per riflettere su questo disturbo neurologico che colpisce le funzioni cerebrali e comportamentali di una persona e sul quale CELIM e Association Pope John 23rd stanno lavorando in Zambia attraverso il progetto Edu-Care.

Nonostante la sua prevalenza sia stata studiata in diversi Paesi del mondo, poco si sa sulla presenza dell’autismo in Africa, dove i dati sono ancora limitati e controversi. Tuttavia, studi recenti suggeriscono che, nel continente, l’autismo sia più comune di quanto si pensi. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), l’autismo colpisce una persona su 160 in tutto il mondo, ma alcuni esperti suggeriscono che la prevalenza potrebbe essere ancora più alta in alcune parti dell’Africa, dove queste patologie sono spesso stigmatizzate e non diagnosticate e trattate correttamente.

Ci sono diverse ragioni per cui l’autismo in Africa è ancora poco conosciuto. In primo luogo, molti Paesi africani hanno scarsità di risorse e di personale medico specializzato, rendendo difficile la diagnosi e la gestione dell’autismo e delle altre comorbidità. Inoltre, l’autismo viene ancora spesso stigmatizzato e mal compreso in molte comunità africane, e ciò può influire sulla disponibilità di supporto e trattamenti adeguati. La comunità scientifica internazionale sta cercando di sostenere i Paesi africani nella comprensione dell’autismo e nella sua gestione. Ad esempio, l’Organizzazione mondiale della sanità ha recentemente sviluppato linee guida per l’identificazione e la gestione dell’autismo in Africa, che possono aiutare i medici e gli operatori sanitari a diagnosticare e gestire meglio il disturbo.

Ci sono anche alcune iniziative positive in corso per migliorare la conoscenza e la gestione dell’autismo in Africa. In molti Paesi africani, le organizzazioni di volontariato e le organizzazioni non governative (Ong) stanno lavorando per migliorare l’accesso ai servizi sanitari e alle cure per le persone con autismo. Tra esse CELIM e Association Pope John 23rd. In Zambia i bambini con autismo sono sottoposti a diagnosi e trattamenti inadeguati. Le medicine spesso mancano, ci sono solo due neurologhe pediatriche nel Paese e lo staff non è formato per riconoscere e gestire al meglio queste condizioni. Nel Copperbelt le strutture sanitarie che si occupano di autismo sono poche e lo staff limitato e a Lusaka ci sono solo poche cliniche private che se ne occupano. Lo stigma è altissimo: l’autismo è spesso considerato una malattia mentale o il risultato della stregoneria. Si ricorre quindi alla medicina e a metodi tradizionali. Legando ad esempio i bambini affetti da autismo perché non si sa gestirli.

Attraverso Edu-Care, progetto sostenuto dall’Unione Europea, CELIM e Association Pope John 23rd lavorano per migliorare la diagnosi, formare medici, fisioterapisti, assistenti sanitari e costruendo un nuovo centro per l’autismo fornito di materiali e strumenti adatti ai differenti approcci terapeutici.

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