Il progetto si rivolge a bambini e giovani con disabilità nei distretti di Lusaka e Ndola promuovendo la loro inclusione socio-economica. A 479 ragazzi e ragazze offriamo un’educazione e attività ricreative inclusive e speciali, opportunità lavorative e migliori diagnosi e trattamenti per autismo ed epilessia. Interveniamo per rendere più accessibili spazi scolastici e ricreativi, per offrire formazione a docenti e medici, per sensibilizzare imprenditori e comunità.
80% persone con disabilità conseguono il diploma
103 persone con disabilità introdotte al lavoro
150 bambini con autismo e epilessia diagnosticati e trattati
Bwalya non è mai uscita di casa. Lei non è considerata uguale agli altri bambini. Viene vista come strana. Parla poco. I suoi genitori non vogliono che la gente veda, poi sparli e giudichi. Così non la fanno uscire. Lei ne soffre. È esclusa. Le potenzialità che ha rimangono inespresse. La sua condizione è comune a tanti ragazzi e ragazze portatori di disabilità in Zambia. Come altrove in Africa, anche qui la disabilità è vista come una tragedia da nascondere e chi ne è afflitto è emarginato e vittima dello stigma sociale.
Nel Paese il fenomeno è rilevante. Secondo lo Zambia National Disability Survey 2015, la percentuale di disabili tra adulti è pari al 10,9% e tra bambini e giovani (2-17 anni) al 4,4%. Il 40% delle disabilità sono congenite, il 31% la conseguenza di malattie gravi o non curate a causa della povertà.
In Zambia i giovani con disabilità non godono ancora degli stessi diritti del resto della popolazione a causa di fattori economici, culturali e sociali. Secondo la Policy Nazionale sulla Disabilità, il tasso di alfabetizzazione e l’accesso all’istruzione primaria sono più bassi per i giovani con difficoltà di apprendimento (67% e 86,8%) rispetto a quelli senza (81,7% e 95%) e vi è un divario del 14,8% nell’accesso a spazi ricreativi e sportivi a favore delle persone senza disabilità.
A Kanyama, quartiere periferico e vulnerabile di Lusaka, e a Ndola, capitale del Copperbelt, l’esclusione dei minori con disabilità è ancora più critica. Le condizioni di povertà assoluta delle famiglie di provenienza e i costi aggiuntivi legati alla cura dei minori con disabilità aggravano la loro condizione alimentando il circolo vizioso tra disabilità e povertà. L’accesso all’istruzione, primaria o secondaria, e ad attività ricreative, è ostacolato dalla presenza di barriere architettoniche fisiche, bassa preparazione degli insegnanti sul tema di disabilità e inclusione, da materiali didattici e attrezzature sportive inadeguati, dal forte stigma e dalle false leggende. Infatti, i bambini e le bambine con disabilità sono spesso relegati a casa o in scuole speciali, segregati dal resto della società.
Il tasso di occupazione delle persone con disabilità è del 45,5% della popolazione, rispetto a un tasso del 58% tra le persone senza disabilità. L’accesso limitato al mercato del lavoro è dovuto al basso livello di competenze dei giovani con disabilità, che spesso non riescono ad accedere a opportunità di formazione professionale, alle pratiche discriminatorie tra i datori di lavoro e agli ambienti di lavoro inaccessibili.
La situazione si aggrava per i bambini con epilessia e autismo che sono sottoposti a diagnosi e trattamenti inadeguati. Le medicine per l’epilessia spesso mancano, ci sono solo due neurologhe pediatriche nel Paese e lo staff non è formato per riconoscere e gestire al meglio queste condizioni. Nel Copperbelt non c’è nessun centro per l’autismo e a Lusaka ci sono solo poche cliniche private. Lo stigma è altissimo: l’epilessia è spesso considerata una malattia mentale o il risultato della stregoneria. Si ricorre quindi alla medicina e a metodi tradizionali. Legando ad esempio i bambini affetti da autismo perché non si sa gestirli.
Per rispondere a questi problemi, garantendo ai minori con disabilità una vita dignitosa nelle loro comunità, è quindi essenziale lavorare con gli insegnanti delle scuole del territorio, medici, le famiglie e le comunità. Attraverso il progetto i bambini e giovani con disabilità beneficiari potranno accedere fisicamente agli spazi scolastici e ricreativi, potranno imparare con più facilità grazie a metodi di insegnamento specifici per la loro disabilità, potranno studiare e giocare insieme ai loro compagni senza disabilità; attraverso la sensibilizzazione diffusa, le famiglie saranno incentivate a mandare i figli con disabilità a scuola e le pratiche discriminatorie diminuiranno. I giovani avranno inoltre la possibilità di accedere ai nuovi corsi professionali agricoli e alle nuove opportunità di impiego gestite dai partner locali o promosse presso altri datori di lavoro. Infine i bambini con autismo ed epilessia potranno essere seguiti in strutture dedicate e da personale medico appositamente formato e subiranno meno discriminazioni grazie all’ampia sensibilizzazione.
Il progetto, realizzato in collaborazione con Africa Call Organization e Association Pope John XXIII, mira a realizzare quattro risultati:
Titolo del progetto
EduCare: azioni inclusive per proteggere i diritti dei bambini con disabilità in Zambia – CSO-LA/2021/428-589
Responsabile del progetto
Lara Viganò, zambia@celim.org.zm
Date
febbraio 2022/ maggio 2025
Partner
– Africa Call Organization
– Association Pope John XXIII
Acquisti un pallone da basket per tornei inclusivi
Contribuisci all'acquisto di medicine per i ragazzi con epilessia
Sostieni l'acquisto di banchi accessibili con sedie a rotelle
Contribuisci alla costruzione di un bagno per disabili a scuola
A Lusaka e Ndola sono stati consegnati 1.800 sacchi: un successo legato alla campagna di solidarietà lanciata alcuni mesi fa
CELIM in campo per donare sacchi di mais alle famiglie con ragazzi e ragazze con disabilità
3 Dicembre, Giornata internazionale delle persone con disabilità: Edu-Care lavora sul piano della piena inclusione sociale