Ha preso il via la prima fase della formazione dei soccorritori alpini in Kosovo. Una delle attività previste dal progetto NaturKosovo che CELIM sta portando avanti, insieme a Cai, Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico, Volontari nel Mondo Rtm, Associazione italiana turismo responsabile e Utalaya Foundation e Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, per contribuire allo sviluppo turistico sostenibile del Kosovo attraverso la promozione del tratto locale della Via Dinarica.

“La Via Dinarica è un luogo unico – osserva Simone Alessandrini, soccorritore alpino e viceresponsabile nazionale comunicazione di Cnsas -. È una zona che unisce bellezze paesaggistiche uniche a una popolazione locale disponibile ad accogliere e a far scoprire una regione pressoché incontaminata. Qui le potenzialità turistiche sono alte e vale la pena lavorare per valorizzarne le risorse culturali, storiche e naturali”.

A marzo è iniziato il percorso che porterà alla formazione degli operatori base del soccorso e dei tecnici di soccorso. “Abbiamo selezionato 35 persone su una cinquantina di candidati – continua Simone -. Questi inizieranno a seguire le nostre lezioni che partiranno da settembre e dureranno per tutto il 2024. Forniremo loro non solo alle tecniche di soccorso speleologico e in montagna, ma anche alle tecniche santarie. Per questo oltre gli istruttori del soccorso saranno affiancati da personale sanitario. Il soccorso alpino, è bene ricordarlo, svolge operazioni di ricerca e salvataggio e di primo soccorso di dispersi, feriti o ammalati in ambiente montano”.

Le lezioni saranno prevalentemente sul campo e interesseranno persone che operano nel soccorso in Kosovo, ma anche in Albania. Ma questa attività di soccorso potrà trasformarsi in una professione? “In Italia – continua – non è una professione e noi non lavoreremo per creare professionisti, ma per professionalizzare attività le tecniche di soccorso. Spetterà poi ai soccorritori lavorare a livello politico affinché vengano approvate quelle norme che possono facilitare la loro attività”.

Le attività di formazioni sono e verranno condotte in collaborazione con K-For, la missione militare in Kosovo guidata dalla Nato. Di essa fa parte anche un contingente italiano che, in questi mesi, è composto da alpini del 9° reggimento di base a L’Aquila. “In Italia esiste un protocollo che prevede una collaborazione tra Cnsas e truppe alpine – conclude Simone -. Questo modello potrà essere esportato anche in Kosovo. Noi lavoriamo in questo senso e, in questa occasione, mi preme ringraziare il capitano Lorenzo Mancini e il suo staff che ci stanno dando un grande contributo e, sono sicuro, ce ne daranno anche ne prossimi mesi”.

 

 

 

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