Olio biologico ed equo solidale diretto a nuovi mercati, abbattimento dei costi di produzione, riduzione dell’inquinamento dei suoli e delle acque: sono questi alcuni dei risultati ottenuti da Olio e olive di qualità (DOT OLIVE AID 011865), progetto che CELIM ha implementato insieme a Ingegneria senza Frontiere Milano, El Khalil Foundation, la Cooperativa Chico Mendes Onlus, la municipalità di Hasbaya e finanziato dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. In questi giorni stanno terminando le attività. Abbiamo chiesto a Ludovica Destro, Junior Project Manager di CELIM, di fare il punto sui risultati ottenuti in questi anni.

Quanti sono stati i beneficiari?

Hanno beneficiato del progetto circa 250 olivicoltori di cui 110 si sono iscritti al consorzio per poter usufruire dei servizi erogati (quali affitti di materiali e attrezzature e consulenze agronomiche) a un prezzo agevolato.

Com’è migliorata la qualità delle olive? E dell’olio?

La qualità delle olive è migliorata grazie all’applicazione del modello per gli Standard qualitativi target introdotto dal progetto. Questo modello ha permesso agli olivicoltori di adottare alcuni accorgimenti per evitare di danneggiare le olive durante la raccolta e il trasposto dal campo al frantoio. La qualità delle olive gioca un ruolo fondamentale nell’ottenimento di un prodotto finale di qualità. Inoltre, grazie alle analisi dei terreni e dei campioni di olio, è stato possibile pianificare interventi diretti e mirati per ogni agricoltore che hanno portato a un aumento della qualità del prodotto.

Come lavora e quali procedure segue il frantoio che produce olio di alta qualità?

Il frantoio di riferimento per il progetto è il frantoio di Ain Jarfa di proprietà di Hussein Derbieh, certificato biologico. È stato scelto come frantoio di riferimento in quanto il proprietario risulta essere il frantoiano più accorto ed esperto presente nell’area. Il suo frantoio utilizza inoltre acqua potabile durante le lavorazioni, caratteristica necessaria per ottenere le certificazioni. Per rispettare il disciplinare di produzione relativo alle produzioni biologiche, il frantoiano e l’agronoma di progetto (Rabab Aouad) si sono organizzati in modo da poter lavorare le olive biologiche subito dopo il lavaggio dei macchinari che avviene ogni giorno alle 14: in questo modo l’olio biologico prodotto non può essere contaminato con olio non biologico e proveniente da altri agricoltori.

Dove viene venduto l’olio prodotto con il brand Mount Hermon?

Il prodotto nel mercato internazionale è stato venduto all’interno del segmento di mercato dedicato all’equo solidale in Germania (El puente – Die Fair Trade Pioniere) e in Giappone (Parcic Ngo). Nel mercato locale il prodotto è stato promosso all’interno di negozi biologici presenti a Beirut e all’interno di un mercato orto-frutticolo (Souk El Tayeb) ogni sabato da maggio a oggi.

Quali azioni sono state compiute per migliorare l’ambiente e per evitare sversamenti inquinanti?

Le azioni compiute per migliorare l’ambiente sono state implementate all’interno di tutta la filiera produttiva. Grazie alle analisi del suolo fornite dal progetto è stato possibile direzionare gli olivicoltori verso una corretta concimazione dei terreni, questo intervento ha evitato una distribuzione eccessiva di nutrienti dannosi per l’ecosistema. I principali frantoi dell’area sono stati dotati di vasche per la raccolta delle acque vegetative provenienti dalla molitura delle olive, questo ha evitato che le stesse acque venissero sversate direttamente nel fiume Hasbani e nei terreni limitrofi creando danni ingenti all’ambiente. Grazie a questo sistema, le acque di vegetazione, dopo una breve decantazione, possono, inoltre, essere utilizzate per fertilizzare i terreni. Infine, è stato costruito un impianto di compostaggio presso la municipalità di Kawkaba per utilizzare lo scarto organico provenienti dalla lavorazione delle olive e dalla potatura degli alberi.

Quanti frantoi sono stati migliorati?

I frantoi che hanno ricevuto supporto da parte del progetto sono stati quattro: il frantoio di Ain Jarfa, certificato Organico ed Equo Solidale e dotato di vasca di trattamento delle acque vegetative; frantoio di Hasbaya, al quale è stato fornito un macchinario per la separazione delle olive danneggiate; frantoio di Rachaya el Foukhar, al quale sono state fornite tre cisterne da 10.000 litri per la raccolta delle acque vegetative; frantoio di Mimes, dal quale è stato acquistato l’olio d’oliva EVOO per l’attività iniziale di promozione.

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