È arrivato fino alle tavole del Giappone l’olio con il marchio Mount Hermon prodotto nel Sud del Libano (nel distretto di Hasbaya). Grazie all’Ong Parcic è stato distribuito nel circuito del commercio equo e solidale nipponico ed è andato ad arricchire la cucina locale. Questo è uno dei risultati del progetto Olio e Olive di qualità, realizzato da CELIM, in collaborazione con Ingegneria Senza Fontiere Milano, El Khalil Foundation, Chico Mendes, Municipalità di Hasbaya e con il finanziamento dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, che in questi giorni sta terminando le sue attività. “Non solo il Giappone – osserva Gianluca Bozzia di Chico Mendes -, l’olio è stato distribuito anche in Germania attraverso il più antico importatore equo e solidale tedesco, El Puente, Die Fair Trade Pioniere, sia nel circuito del commercio equo e solidale che nei supermercati Rewe. Direi che è stato un buon successo vedere le bottiglie esposte sugli scaffali dei supermercati Reve in Baviera”.

L’olio è prodotto nel frantoio di Ain Jarfa ed è certificato equo e solidale localmente e biologico. Il prodotto, secondo il disciplinare relativo alle produzioni biologiche, viene curato in ogni sua fase. Le olive sono coltivate secondo metodi biologici da sei agricoltori selezionati tra i 15 certificati e gli oltre 100 raggiunti e serviti dalle attività di progetto. I macchinari del frantoio sono puliti prima della lavorazione (per non contaminarlo con olio non biologico). Il nome Mount Hermon si riferisce a un massiccio montuoso che sorge al confine tra Palestina, Israele, Siria, Libano ed è spesso citato nella Bibbia, in quanto confine nord della Terra Promessa. “Il riferimento a una catena montuosa che ha un alto valore simbolico per le popolazioni locali – continua Gianluca – rafforza l’immagine di un olio di qualità proveniente da una filiera certificata. Un olio che ha una qualità pari a quella richiesta dagli standard internazionali e che con essi può competere”.

L’olio biologico non è però destinato solo ai mercati internazionali. “Il Libano sta vivendo un difficile momento economico e politico – conclude Gianluca -. Le istituzioni sono fragili: da un anni manca un presidente della Repubblica e il governo è provvisorio. La pandemia di covid, l’esplosione nel porto di Beirut, la crisi economica, il crollo della valuta locale hanno ridotto il potere d’acquisto della popolazione libanese. La quota di mercato per prodotti di grande qualità è limitata. Nonostante ciò stiamo provando a proporre l’olio Mount Hermon anche localmente. Abbiamo proposto le nostre bottiglie in alcuni negozi biologici e all’interno di un mercato ortofrutticolo a Beirut. Non è semplice affrontare questo mercato, ma lentamente ci stiamo provando”.

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