In Zambia il 10,9% degli adulti e il 4,4% dei minori vive con una qualche forma di disabilità (autismo, epilessia, problemi di vista, di udito, di deambulazione, ecc.). Lo riporta lo Zambia National Disability Survey, uno studio condotto dal ministero dello Sviluppo Comunitario e dei Servizi Sociali zambiano in collaborazione con l’Ufficio Centrale di Statistica, l’Università dello Zambia, Sintef Technology and Society e Unicef Zambia.

Secondo lo studio, la maggior parte delle persone con disabilità ha avuto accesso all’istruzione formale, ma in percentuale più bassa rispetto a persone senza disabilità (80,8% contro il 95%) e solo per un periodo limitato. Ciò rende loro più difficile inserirsi attivamente nella società. Infatti, solo il 45% di giovani con disabilità ha un lavoro (contro il 58% delle persone senza disabilità) e una bassa percentuale ha accesso ai servizi di empowerment e di welfare.

Per questi motivi, la maggioranza degli zambiani con disabilità vive in povertà o generalmente ha un reddito molto basso. Le persone con disabilità devono spesso vivere in strada ricorrendo all’accattonaggio come mezzo di sopravvivenza. A ciò si aggiunge lo stigma sociale. Credenze antiche, ignoranza e pregiudizio fanno sì che anche chi vive in famiglia è costretto in casa. Ciò porta a uno stato di emarginazione che impedisce loro di esprimere appieno le loro potenzialità.

Le autorità zambiane hanno adottato leggi e politiche ad hoc, sancendo il diritto a un lavoro produttivo e dignitoso, alla equa retribuzione dei lavoratori, ai servizi di base e ai diritti sociali, di sicurezza e di sviluppo imprenditoriale. Queste normative incontrano però difficoltà a essere applicate a causa della mancanza di risorse, legata a una crisi finanziaria che si trascina da decenni.

In questo contesto, CELIM opera attraverso Edu-Care, un progetto finanziato dall’Unione Europea concentrato nei distretti di Lusaka e Ndola. Grazie alla collaborazione con due organizzazioni locali, Africa Call Organization e Association Pope John XIII, questa iniziativa intende rispondere ai problemi legati alla disabilità, garantendo ai minori una vita dignitosa nelle loro comunità.

Attraverso il progetto ai bambini e giovani con disabilità viene garantita la possibilità di studiare in ambienti inclusivi in grado di accoglierli con strutture e materiali adatti e metodi di insegnamento specifici per la loro disabilità. Tra le attività previste c’è anche quella della sensibilizzazione diffusa delle famiglie in modo che siano incentivate a mandare i figli a scuola e a promuovere un approccio inclusivo. I giovani hanno inoltre la possibilità di accedere nuovi corsi professionali e alle nuove opportunità di impiego grazie a servizi a loro dedicati. Infine i bambini con autismo ed epilessia vengono seguiti in strutture specializzate e da personale medico appositamente formato.

Anche questo per CELIM è Impact to change, un impegno destinato a lasciare un segno nella società lavorando con le comunità locali rendendole protagoniste.

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