All’ingresso del Parlamento, decine di attivisti e rappresentanti della società civile hanno protestato il 22 febbraio 2024 con lo striscione: “Non votate per la legge sul massacro delle aree protette”. Nonostante ciò, il parlamento albanese ha approvato modifiche significative alla Legge n. 81/2017. Inizialmente proposta da un gruppo di deputati del Partito socialista albanese, la modifica sosteneva che la protezione legale fornita a queste aree fosse eccessivamente restrittiva, limitando lo sviluppo economico. Tuttavia, la società civile albanese ha sollevato dubbi sulla conformità di tali modifiche alle direttive dell’Unione europea, manifestando preoccupazioni attraverso una lettera congiunta firmata da 56 organizzazioni della società civile. La lettera è stata indirizzata ai principali organi governativi, tra cui il Consiglio dei ministri, l’Assemblea della Repubblica d’Albania, la Commissione per le attività produttive, il Commercio e l’Ambiente, e la Commissione per gli Affari legali, la Pubblica amministrazione e i Diritti umani. Nonostante la votazione della proposta sia stata sospesa il 15 febbraio su parere del Consiglio dei ministri, sono stati in seguito introdotti nuovi provvedimenti legali che mettono ancor più a rischio le aree protette rispetto alla proposta iniziale. Anche il capo della delegazione dell’Unione Europea a Tirana, Silvio Gonzato, ha espresso preoccupazioni in merito alle proposte di modifiche alle leggi, sottolineato la necessità di allineare le politiche di tutela
ambientale con la legislazione dell’Unione europea.

La proposta approvata il 22 febbraio attribuisce al Consiglio nazionale territoriale – un organismo statale che non include la consultazione pubblica nel suo processo decisionale – l’autorità decisiva per le attività all’interno delle aree protette e consente la costruzione di strutture ricettive di eccellenza, 5 stelle o più, nel campo del turismo e qualsiasi altra attività/infrastruttura di supporto o in funzione di esse, indipendentemente dal fatto che ciò sia definito nella decisione del Consiglio dei Ministri che proclama l’area protetta. La delegazione dell’Ue a Tirana dopo il voto della legge ha dichiarato che “seguirà da vicino l’attuazione delle nuove disposizioni legali per le aree protette, in conformità con il quadro giuridico dell’Ue per la protezione ambientale e gli impegni internazionali dell’Albania”, dichiarando anche che “l’adozione di leggi su temi coperti dall’acquis dell’UE presuppone una consultazione pubblica autentica e inclusiva, nonché un processo prevedibile e trasparente”.

Questa normativa minaccia gli sforzi compiuti da CELIM e l’Agenzia nazionale per le aree protette per la protezione e conservazione delle aree protette in Albania, così come quello di molte altre organizzazioni della società civile che, come CELIM, si sono opposte all’approvazione di questa legge per la protezione e conservazione delle aree protette in Albania. Dal 2018 CELIM è impegnata in azioni concrete per la protezione di queste aree nel Sud dell’Albania, particolarmente esposte allo sviluppo di infrastrutture per il turismo di massa. Attualmente è in corso realizzazione del progetto “VITA-Vjosa: Valorizzazione di Iniziative per il Turismo e l’Ambiente lungo il bacino del fiume Vjosa”, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, che mira a conciliare turismo e ambiente per uno sviluppo che sia inclusivo e partecipativo. La
proclamazione del parco nazionale del bacino del fiume Vjosa, approvata con la decisione del Consiglio dei ministri n. 155 del 13 marzo 2023, non è stata però sufficiente a garantire al fiume il livello di protezione previsto. Infatti, mentre il governo modifica pericolosamente la legislazione sulle aree protette, si stanno già attuando o pianificando diverse attività che potrebbero mettere a rischio la salute di tali zone.

Tra queste, la costruzione dell’aeroporto Internazionale di Valona, all’interno del paesaggio protetto di Vjosa-Narta, i cui confini sono stati rivisti nel 2022 proprio per escludere l’area dello scalo dall’area protetta. Nonostante la richiesta delle organizzazioni ambientaliste di fermare la costruzione a causa dell’elevato impatto ambientale nel paesaggio protetto di Vjosa-Narta e nel Parco nazionale di Fiume Vjosa, la Corte d’Appello Amministrativa ha respinto la richiesta con un voto di maggioranza.

A questo progetto si aggiunge quello della costruzione dell’acquedotto che mira a deviare le acque dalla sorgente di Lëpusha del fiume Shushica per il sistema di approvvigionamento idrico di Himara, contraddicendo la protezione garantita al fiume Shushica, parte del Parco nazionale del fiume Vjosa, categorizzato come area protetta secondo la Categoria II di Iucn da marzo 2023. Si prevede che la deviazione prosciugherà il letto del fiume in estate, con un impatto significativo a lungo termine sugli ecosistemi fluviali e causando difficoltà per i trenta villaggi lungo il fiume, fortemente dipendenti dall’agricoltura e dall’allevamento. Infine sono previsti piani per trasformare il Parco nazionale Divjaka-Karavasta in una destinazione turistica massiccia. Un’ulteriore colpo all’ambiente albanese.

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