Api e caffè. Sembra un accostamento irrituale. In realtà, l’alleanza tra apicoltori e piccoli insetti può diventare strategica per aumentare la produzione. Ci crede CELIM che, in Kenya, sta sviluppando “Caffè Corretto” un progetto per rafforzare la filiera del caffè, bevanda di cui oggi si celebra la giornata internazionale.

“Le api – spiega Francesca Franzetti, rappresentante Paese di CELIM in Kenya – sono insetti impollinatori per eccellenza. Favorire la presenza di questi piccoli animali nelle piantagioni di caffè può aiutare l’impollinazione e, con essa, può aumentare la produzione. Per questo motivo, una parte del nostro progetto scommette sullo sviluppo dell’apicoltura parallelo alla coltivazione del caffè”. Tra i contadini di Kiambu, una delle località nelle quali è attivo il progetto, c’era molta diffidenza. Le api africane sono molto aggressive e temevano potessero essere punti. “Dopo la formazione che abbiamo dato a 120 coltivatori (60 a Kiambu e 60 a Embu) e con l’attrezzatura che abbiamo fornito (fumigatori, tute, cestelli, ecc.) – continua Francesca – i contadini hanno preso confidenza con le tecniche dell’apicoltura e, al termine, hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa”. Il miele potrà in futuro trasformarsi anche in una nuova fonte di reddito per gli agricoltori. “Non è escluso che si possa creare un brand e le cooperative locali possano venderlo – spiega Francesca -. Al momento però puntiamo a sviluppare l’apicoltura soprattutto a fini produttivi, In futuro vedremo”.

Quella dell’apicoltura è solo una delle attività di “Caffè Corretto”. “Nei mesi scorsi – osserva Francesca – abbiamo portato avanti sessioni formative di 250 lead farmes. Sono coltivatori che, a loro volta formeranno altri coltivatori nei prossimi mesi. Abbiamo insegnato loro le tecniche di potatura, il riconoscimento e il trattamento delle malattie delle piante, ecc. Sono tutte pratiche importanti se si intende aumentare la produzione e la qualità del prodotto. Molti contadini, per esempio, non potano le piante e la produttività ne risente. Insegnare loro la potatura può aiutare ad aumentare la resa”.

Parallelamente sono stati formati anche 120 ragazzi e ragazze nella attività di coffee cupping, ovvero di di degustazione professionale. “Questi ragazzi e queste ragazze – conclude Francesca – saranno in grado di riconoscere la qualità e l’aroma del caffè. Otto di loro stanno addirittura studiando per ottenere la Qgrader, cioè la certificazione che ne farà una sorta di sommellier del caffè. È un passaggio importante perché sapranno riconoscere il valore del caffè prodotto e potranno valutarne meglio il prezzo da mettere sul mercato e quindi sfruttare appieno le caratteristiche del loro prodotto”.

Ma “Caffè Corretto” non si ferma qui. Nei prossimi mesi prenderanno via nuove iniziative. #staytuned

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