Il lavoro di guardia carceraria è duro. Alla fatica fisica della sorveglianza, si aggiunge quella psicologica del gestire quotidianamente i detenuti. La mente è sollecitata dal complesso rapporto con un’umanità dolente che vive con dolore e spesso con violenza la privazione della libertà.

Così, CELIM, nell’ambito del progetto «La seconda occasione. Reintegro degli ex detenuti in Zambia», ha previsto una sessione di formazione psicosociale per gli agenti che operano nei distretti della provincia occidentale: Mongu, Kaoma, Numbwa, Senanga e Kalabo. Questa settimana sono stati coinvolti 29 operatori del distretto di Mongu.

Per affrontare questa formazione, CELIM si è affidato a Reppsi, un’organizzazione leader nel sostegno psicosociale in programmi nell’Africa orientale e meridionale. La sessione di studio e approfondimento è durata quattro giorni. Gli agenti hanno potuto ricevere la consulenza per i loro casi particolari, ma anche un’assistenza psicosociale. Si è trattato di quattro giorni intensi e coinvolgenti.

«La buona gestione di un penitenziario – spiegano i responsabili di CELIM – è fondamentale per assicurare una detenzione più umana per i carcerati. In questa gestione giocano un ruolo fondamentale tutti gli operatori coinvolti. Per questo motivo il loro benessere piscofisico non può essere in alcun modo trascurato. Dopo Mongu, la prossima settimana ci trasferiremo a Mazabuka. Qui è prevista una sessione per 15 operatori».

Il 25 ottobre, CELIM organizzerà una cena benefica nel ristorante InGalera all’interno del penitenziario di Bollate. I fondi raccolti serviranno per sostenere i detenuti che lavorano del carcere italiano, ma finanzieranno anche il progetto «La seconda occasione – Reintegro degli ex detenuti», che CELIM sta portando avanti in Zambia.

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