Il Mozambico va avanti, lentamente. Il Covid-19 ha rallentato, ma non ha fermato il Paese (e neppure le attività di CELIM). «Ufficialmente – spiega Marco Andreoni, rappresentante Paese di CELIM -, i casi sono solo un’ottantina. Pochi se pensiamo alle centinaia di casi nelle altre nazioni africane lusofone: Guinea Bissau, Capo Verde, São Tomé e Príncipe. Se è vero che qui non sono stati eseguiti molti esami con i tamponi e, probabilmente, i casi sono in numero superiore, va anche detto che sembra che il contagio non si stia espandendo così come si temeva».

Le autorità hanno messo in atto alcuni provvedimenti per evitare che l’epidemia si diffonda sul territorio e, allo stesso tempo, non si blocchi il sistema economico. Così è stato imposto il coprifuoco serale. I negozi aprono, ma solo fino alle 17. Nei luoghi pubblici è obbligatorio indossare le mascherine. «Le forze dell’ordine – continua Andreoni – fanno rispettare il coprifuoco ed evitano gli assembramenti. Il governo aveva pensato anche a un decreto per limitare il numero di passeggeri sui bus, ma poi ha fatto marcia indietro. Solo le scuole sono chiuse e i ragazzi sono a casa. Non c’è però un lockdown totale. La gente continua a muoversi per strada e a portare avanti le sue attività».

I progetti di CELIM non si sono mai fermati e proseguono. Sempre nel rispetto delle norme. «Personalmente – conclude Andreoni – mi sto muovendo normalmente per verificare i lavori in corso. Le attività agricole e i progetti di apicoltura e piscicoltura proseguono. Stiamo cercando di evitare che partecipino alle singole operazioni gruppi troppo numerosi. Evitiamo anche di convocare riunioni perché sarebbe troppo complicato tenersi alle debite distanze. Ma non ci siamo mai fermati. E, se le condizioni non cambiano, continueremo a lavorare sul campo».

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