Il contagio c’è, ma per il momento è contenuto. Le attività di CELIM proseguono, anche se con i dovuti accorgimenti. Domenica 10 maggio, secondo le autorità di Nairobi, i casi di Covid-19 erano 672, con 239 pazienti guariti e 32 decessi. Numeri, tutto sommato, ridotti rispetto all’America, all’Asia e all’Europa. Il Kenya è però subito corso ai ripari.

Bassi contagi, norme severe

I voli internazionali sono stati annullati. I centri cittadini di Nairobi e di Mombasa sono stati chiusi. Ogni assembramento è stato vietato e il 25 aprile, per 21 giorni, è stato imposto un coprifuoco obbligatorio a livello nazionale dalle ore 19 alle 5. Le persone che vanno a fare acquisti in un supermercato o in qualsiasi mercato all’aperto devono indossare una maschera protettiva che copre la bocca e il naso. Gli utenti del trasporto pubblico o privato devono inoltre indossare una maschera protettiva. Restrizioni al movimento sono state imposte dentro e fuori l’area metropolitana di Nairobi. Restrizioni simili sono state applicate anche alle contee di Kilifi, Kwale e Mombasa e alla contea di Mandera.

Rallentare, ma senza fermarsi

In Kenya, CELIM sta portando avanti due progetti: uno legato allo sviluppo della filiera del latte, l’altro volto a sviluppare programmi agricoli ecosostenibili. Come in Zambia e in Mozambico, anche in Kenya i progetti non si sono interrotti. «Sul terreno – spiega Giulia Giavazzi, Africa Programme Officer di CELIM – le attività sono proseguite come solito: il latte è stato raccolto, è continuata la fecondazione degli animali e la costruzione degli edifici necessari. Certo, tutte le attività che prevedono incontri tra più persone sono state annullate o riorganizzate. Per evitare assembramenti non si possono infatti tenere alcune riunioni e anche i programmi di formazione sono stati rallentati».

Inizialmente si temeva che il progetto dovesse essere sospeso con il lockdown previsto dalle autorità. «Avevamo paura – conclude Giulia Giavazzi – che la chiusura di molte attività e le restrizioni negli spostamenti potessero danneggiarci. Invece possiamo dire che non ci siamo mai fermati. La possibilità di coordinarci attraverso le riunioni via Web ci ha dato la possibilità di programmare e seguire gli interventi. Nella speranza che, a breve, questa emergenza termini e torneremo attivi al 100%».