La violenta esplosione che ha investito il centro di Beirut in Libano non ha risparmiato CELIM. Se, per fortuna, i cooperanti erano in Italia per un periodo di vacanza, gli uffici, l’auto della nostra Ong e la casa che li ospita sono stati fortemente danneggiati.

«La nostra sede – spiega Antonio Buzzelli, country rapresentative – non è vicinissima all’epicentro dell’esplosione, ma anche lei è rimasta investita dalla potentissima onda d’urto innescata dalla deflagrazione. Un’onda d’urto che ha toccato praticamente tutta la capitale libanese perché si è estesa per oltre una ventina di chilometri». Anche la sede della Caritas, con la quale CELIM collabora nel progetto a favore delle donne etiopi immigrate, è stata fortemente danneggiata ma, anche in questo caso, non ci sono state vittime né feriti.

«In Italia, forse, non si ha la reale percezione della tragedia – osserva Buzzelli -. Il porto è di fronte al centro storico della città. L’esplosione che ha devastato un magazzino e gran parte delle infrastrutture portuali si è estesa alla città vecchia e l’ha rasa al suolo. È stato colpito il cuore della capitale. Il luogo in cui gli abitanti si ritrovano quando hanno finito di lavorare e dove si socializza. È stato trafitta l’anima della metropoli. Anche noi stranieri che viviamo a Beirut siamo stati colpiti. A me, personalmente, piange il cuore sapere che quella zona così piena di vita non c’è più ed è diventata terreno di morte».

Attentato? Incidente? Fatalità? «Difficile dirlo ora – continua Buzzelli -. È troppo presto per fare congetture. Possiamo solo dire che questa esplosione non ha colpito solo Beirut, ma tutto il Libano. Un Paese che viveva già momenti difficili: la guerra nella vicina Siria, le tensioni latenti con Israele, la crisi economica e, non ultima, la pandemia di coronavirus. Quel fungo esplosivo è un ulteriore fardello sulle spalle libanesi già gravate da pesi difficili da portare».

Di fronte a questa delicata situazione, CELIM sta verificando le modalità per continuare a lavorare nel Paese dei cedri. «La situazione è veramente complessa – conclude Buzzelli -. Il progetto con gli olivicoltori del Sud non è stato toccato da questo evento e continuerà il suo programma. A Beirut, sfregiata da questa esplosione, valuteremo come continuare a lavorare a favore delle donne immigrate».