Parola d’ordine: inclusione. In Zambia, CELIM sta lavorando per sostenere i ragazzi e le ragazze di strada e i bambini e le bambine con disabilità a inserirsi nella società, combattendo contro l’esclusione e lo stigma sociale. “È una sfida impegnativa – spiega Lara Viganò, responsabile dei progetti in Africa di CELIM – che giochiamo su più piani: rafforzamento delle infrastrutture, training di insegnanti e personale medico, formazione dei ragazzi e delle ragazze. Un lavoro che stiamo iniziando a tessere e che sta dando i primi risultati”.
Negli ultimi mesi, a Mthunzi, presso il centro residenziale per ragazzi di strada, grazie al progetto Street Children si stanno organizzando orti, un pollaio e una porcilaia. “Attività che hanno una doppia valenza – osserva Lara -. Da un lato, offrono cibo fresco e sano al centro. Dall’altro, permettono ai ragazzi di praticare attività che possono aiutarli in futuro. In questo contesto, a breve aprirà, proprio a Mthunzi, una scuola agraria professionale che organizzerà corsi brevi (3-6 mesi) che potranno essere frequentati sia dai ragazzi del centro sia dai ragazzi della comunità locale”.
A Lusaka, invece, è attivo un centro diurno. È una struttura che viene frequentata dai piccoli che sono intercettati dagli operatori che fanno attività ricreative nelle strade. Nel centro possono seguire corsi di alfabetizzazione e avere un’assistenza psico-sociale. “Questo centro – continua Lara – è un punto di passaggio. I ragazzi e le ragazze che vengono intercettati sulle strade qui trovano una struttura che li può aiutare a reinserirsi in famiglia e nella scuola oppure, laddove i nuclei famigliari non lo permettano, di essere indirizzati verso Mthunzi che è una struttura residenziale nella quale possono costruirsi un percorso per la vita futura. Le ragazze vengono invece inviate a Loniadzani, una struttura diurna loro dedicata”.
A Ndola (distretto Copperbelt) e a Lusaka si concentrano le attività del progetto Edu-Care a favore dei ragazzi e delle ragazze con disabilità. “A Ndola – spiega Lara – stiamo realizzando un centro per autismo, una nuova sala per le attività musicali, un campo sportivo. Sono strutture che serviranno sia la Holy Family Special School, per giovani con disabilità gravi, sia il Luigi Drop In Center per ragazzi di strada. A Lusaka si stanno costruendo nello Shalom Center campi sportivi, aule scolastiche, una sala teatro, ecc. In entrambe le strutture si tocca con mano la grande sfida che stiamo portando avanti, cioè l’inclusione a 360° di street children e ragazzi e le ragazze con disabilità. Abbattere l’esclusione e lo stigma sociale è un obiettivo primario in una società, come quella zambiana, che fa ancora fatica a includere la diversità”.
Le strutture, però, non bastano, è indispensabile operare anche sotto il profilo medico e culturale. “Proprio per questo motivo – conclude Lara – ad agosto abbiamo organizzato training per formare il personale sanitario e gli insegnanti sui temi dell’autismo e dell’epilessia. Il loro ruolo è fondamentale nell’individuare in modo precoce soprattutto l’autismo in modo tale da poter subito ricorrere alle terapie corrette. La formazione degli insegnanti è fondamentale in modo tale che apprendano le metodologie corrette per affrontare i piccoli con disabilità. Un lavoro lungo che è però indispensabile per promuovere una sempre maggiore inclusione”.