Il 21 novembre si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale della pesca. Un evento che tocca a vicino anche CELIM che, proprio sulla pesca fluviale scommette per aiutare la popolazione di Sofala e Zambezia (Mozambico), a potenziare, da un lato, un’attività economia che è alla base delle entrate locali, e dall’altro, a migliorare l’apporto nutritivo della popolazione.

Un ruolo sociale ed economico

Ma andiamo con ordine. La pesca svolge un ruolo sociale e nutrizionale significativo in Africa. Secondo i dati forniti dalla Banca mondiale, il settore contribuisce all’alimentazione e alla sicurezza alimentare. In media, a livello globale, il pesce e i prodotti ittici rappresentano il 18% dell’assunzione di proteine ​animali. A causa della crescita della popolazione e del reddito pro capite, la domanda di pesce, sempre secondo la Banca mondiale, dovrebbe aumentare del 30% entro il 2030. Già ora, la pesca contribuisce all’economia dell’Africa in modo rilevante. Attualmente, la pesca e l’acquacoltura producono direttamente con 24 miliardi di dollari all’anno, rappresentando l’1,3% del Pil africano. Il settore dà lavoro a oltre 12 milioni di persone (58% nella pesca e 42% nel settore della trasformazione). Mentre i lavori di pesca sono quasi interamente svolti da uomini, il 59% del lavoro di trasformazione è svolto da donne.

L’intervento in Mozambico

In questo contesto CELIM crede che la pesca possa essere uno strumento utile per promuovere uno sviluppo sostenibile in Mozambico. Nella Provincia di Sofala, dove i tassi di povertà sono particolarmente elevati, la dieta non è diversificata a causa della scarsa varietà di alimenti e il basso livello sia di consapevolezza nella popolazione sull’importanza di una dieta equilibrata sia delle pratiche igieniche. Il pesce potrebbe fornire un’opportunità economica e un apporto nutrizionale adeguato. La pesca fluviale è però praticata con imbarcazioni inadeguate e con tecniche di cattura poco efficaci e sostenibili, come reti a maglia fine che catturano gli avannotti. Questo, insieme al degrado della vegetazione lungo i fiumi e dei mangrovieti, ha ripercussioni sulla diminuzione della quantità di pesci.

“A Sofala – spiega Sofia Saraiva di CELIM Mozambico -, l’obiettivo di Miele, pesca e nutrizione è il potenziamento della pesca fluviale, grazie a formazioni sulle tecniche di pesca e trasformazione del pescato, sulla tutela degli ecosistemi fluviali e sulla costruzione di barche, distribuzione di kit per la pesca e realizzazione di essiccatoi solari”. Sono coinvolti 360 pescatori che vengono formati a tecniche di pesca, lavorazione e conservazione del pescato. Ma il focus del progetto riguarderà anche 80 donne, mogli dei pescatori, che gestiranno otto forni ed essiccatoi solari.

“Il nostro progetto – conclude Sofia – guarda a uno sviluppo sostenibile delle risorse ittiche. Uno sviluppo rispettoso dell’ambiente ma che possa offrire mezzi di sostentamento durevoli e sicuri sotto il profilo nutrizionale”.

CELIM è attivo sulla promozione della pesca anche in Zambezia, attraverso il progetto Giovani resilienti. Proprio in una cerimonia che si è tenuta in occasione della Giornata mondiale della pesca, Rename Namcua, direttore del Dipartimento pesca della Zambezia ha citato CELIM come un buon esempio per promuovere le attività ittiche, sia quelle fluviali sia quelle di acquacoltura: “Le pratiche messe in campo da CELIM sono un buon esempio di come la pesca possa diventare un motore di crescita. Di questo vi siamo grati”.

Pescatori durante una sessione di formazione
Le reti consegnate ai pescatori
Donne durante la formazione nutrizionale
Gruppo di donne riunite per la formazione
Rename Namcua (al centro), direttore del Dipartimento della pesca in Zambezia
Rename Namcua (al centro), direttore del Dipartimento della pesca in Zambezia
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