Il ciclone Freddy ha rallentato, ma non ha fermato il progetto Giovani resilienti in Mozambico. È quanto emerge dal report redatto da Lara Viganò, coordinatrice dei programmi Africa di CELIM reduce da una visita nel Paese. Lara ha trovato la provincia della Zambezia ancora segnata dal passaggio del ciclone. L’epidemia di colera è stata arrestata, ma l’acqua potabile non è ancora disponibile, la fornitura di corrente elettrica non è regolare, case e uffici portano ancora i segni dell’ondata di acqua, le strade sono in condizioni difficili. Nonostante ciò piscicoltura, apicoltura, attività agricole sono in pieno sviluppo.

“A Inhassunge – osserva Lara – stanno prendendo vita gli stagni per la piscicoltura. Gli avannotti di tilapia mozambicus, particolarmente resistenti all’acqua salmastra, stanno crescendo. Per ottobre si prevede si possa raccogliere 800 kg di pesce che potrebbe fruttare 1.600 euro. La cosa più interessante però è che questi stagni sono gestiti da ragazzi di età tra i 18 e i 22 anni che hanno appena terminato la scuola. Per loro è un’opportunità interessante per costruirsi un futuro stabile”. Il ciclone ha invece danneggiato il vicino vivaio di mangrovie, che però è stato ricostruito e ora può ospitare 5.000 piantine, e l’apiario della scuola, che verrà a breve ripristinato.

A Lugela invece l’apiario è popolato da otto sciami. “Anche in questo caso è interessante notare l’interesse degli studenti per questa attività – osserva Lara -. Il 75% degli alunni che frequentato il corso ha superato l’esame finale. Una risposta eccezionale che dimostra l’interesse e la passione che questi giovani per un’attività che potrebbe aiutarli in futuro a integrare i loro redditi”. In più è ormai pronta la casa del miele. La prima raccolta del miele sarà ad agosto, ma un po’ di miele è già pronto per la lavorazione e la casa potrebbe già entrare in funzione.

A Morrumbala, invece, si stanno avviando i sistemi agroforestali, aree nelle quali vengono seminate diverse colture (cereali, alberi da frutta e da legna, leguminose, ecc.). “Anche in questo caso l’impatto del ciclone non è stato indifferente – continua Lara -. La carenza di acqua registrata dopo le piogge intense ha fatto soffrire le piante. Siamo però fiduciosi sul raccolto e speriamo che i vivai comunitari possano essere allestiti il prima possibile”.

Il ciclone è stata una sfida per l’intera comunità mozambicana. Una sfida alla quale il progetto sta rispondendo attraverso la formazione di squadre di pronto intervento. Le prime sono già state operative nei giorni della tempesta. “La formazione del personale e i kit hanno aiutato a lanciare l’allerta e a ridurre il rischio del ciclone. Il personale ha anche raccolto dati sui danni al termine degli eventi atmosferici e li ha inviati alla centrale di Morrumbala. Su questa strada continueremo a muoverci offrendo loro anche la capacità di utilizzare i kit di pronto soccorso”.

 

 

Il team CELIM in Mozambico
Gli alberelli di mangrovia in attesa di essere piantate
Vivaio con piantine di mangrovia
La vasca in cui sono stati seminati gli avannotti di tilapia mozambicus
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