Da 37 anni CELIM lavora in Zambia con progetti di sviluppo. «Un’impegno nato nel 1982, ma che non finisce. Anzi – conferma Gianclaudio Bizzotto, rappresentante Paese -. Lo Zambia è una nazione con la quale CELIM ha un legame strettissimo e nella quale il lavoro continua sotto varie forme».

Bizzotto, 53 anni, da 25 anni segue progetti di cooperazione, prima in Sudamerica e poi in Africa. La sua storia di impegno e lavoro a fianco della popolazione si è svolta in gran parte proprio nel Paese dell’Africa australe. «Dopo un’esperienza in Bolivia e una in Guinea Bissau – ricorda -, nel 2002 sono arrivato in Zambia e, insieme a mia moglie Sabrina, abbiamo iniziato a lavorare all’ospedale missionario di Chirundu, legato alla diocesi di Milano e alle suore di Maria Bambina. Un’impegno che mi ha introdotto in una realtà dalla quale non mi sono più staccato». Rietrato per un breve periodo in Italia, Bizzotto è poi tornato in Zambia nel 2005 per gestire l’ufficio di rappresentanza di CELIM a Lusaka. Grazie al lavoro che fa per CELIM, riceve dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, attraverso l’ambasciatore italiano, la nomina a cavaliere della Stella d’Italia. Un’onoreficenza che mette in luce l’impegno di CELIM e il suo per la promozione umana delle popolazioni.

«Oggi l’ufficio CELIM è una realtà consolidata – continua Bizzotto -. Tre capi progetto, un amministratore e 11 ragazzi in servizio civile lavorano a tre grandi progetti che si occupano di detenuti, disabili e dello sviluppo dell’agricoltura e delle capacità di resilienza di contadini. In più, continuiamo a seguire Olga’s, un progetto a favore dei ragazzi vulnerabili di Livingstone, di cui verifichiamo l’evoluzione nel tempo».

Lo Zambia, a differenza di altri Paesi africani, gode di una buona stabilità politica. Ciò rende possibile lavorare in sicurezza, certi che guerre o rivolte non distruggano i passi avanti fatti nel tempo. Detto questo, non tutto è semplice. «Per un cooperante – continua Bizzotto – non è mai facile lavorare in Africa. Noi elaboriamo progetti con modalità europee e ci scontriamo con la mentalità e le tempistiche africane. Spesso non coincidono e noi ci troviamo a lavorare cercando di conciliare mondi diversi. Un compito non semplice anche se siamo uniti agli africani dalla voglia di crescere insieme».

Lo Zambia sta poi vivendo una fase politicamente ed economicamente non facile. «L’attuale classe politica – continua Bizzotto – ha ristretto molto gli spazi di libertà democratica e questo non favorisce la crescita del Paese. Inoltre sono state create grandi infrastrutture, ma senza investire sulla capacità produttiva. Così ci ritroviamo con belle strade, ponti avveniristici, aeroporti ottimi, ma senza fabbriche, officine, campi coltivati in modo moderno. Il bilancio pubblico è gravato di un enorme debito. Quale futuro avrà la nazione se continua in questa direzione? Difficile dirlo. Noi lavoriamo per far crescere il Paese e dargli un futuro».

Il lavoro di CELIM sta lasciando il segno. La nostra Ong è conosciuta e apprezzata sia dagli zambiani sia dai grandi donatori. «Siamo ben visti – conclude Bizzotto – e abbiamo ottime relazioni sia con la locale rete diplomatica sia con l’Unione Europea sia il governo e l’amministrazione pubblica locale. Tutti ci riconoscono la capacità di intervenire sul territorio e le ottime ricadute dei nostri progetti. Questo è un ulteriore stimolo a continuare nella nostra azione di cooperazione. Nella migliore tradizione di CELIM».