«[Per CELIM] l’attenzione all’ambiente è sempre stata, e in questi ultimi anni lo è ancora di più, un pilastro dei progetti […]. Un intervento che promuova uno sviluppo sostenibile e duraturo (Impact to Change, il Lo sviluppo non può che essere verde L’Editoriale del Direttore nostro motto, significa proprio questo) non può prescindere dal rispetto per il mondo che ci circonda»

Editoriale «Ad Lucem», n. 1/2021

È uscito il n. 1/2021 di «AdLucem». Nel nuovo numero mettiamo in evidenza l’importanza dei temi ambientali nei nostri progetti.

L’editoriale del direttoreLo sviluppo non può che essere verde

KenyaGli agricoltori amici degli elefanti (Progetto – Coltivare il futuro)

MozambicoL’oro dolce della Zambezia (Progetto – Sostenere lo sviluppo in Zambezia)

LibanoRipuliamo il fiume Hasbani (Progetto – Olio e olive di qualità)

AlbaniaNuovi alberi, nuove foreste (Progetto – Acap)

ItaliaEducazione ambientale? Sì, online (Progetto – Green School)

ItaliaBethesda, trentatré anni di amicizia

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L'editoriale - Lo sviluppo non può che essere verde

L’ambiente, la sua cura e la sua valorizzazione non sono una moda. Sono un pilastro sul quale costruire il nostro futuro. Solo un modello di sviluppo che guardi alle risorse naturali come un patrimonio da usare, ma non da sfruttare, che può garantire una crescita sostenibile in un’ottica di economia circolare. Il rispetto per l’ambiente non può poi essere disgiunto da un’attenzione agli uomini e alle donne. La gestione dell’ambiente non è, né può essere, compatibile con lo sfruttamento delle persone.

L’ecologia integrale può, dunque, essere un nuovo paradigma di giustizia, perché l’uomo è connesso alla natura ed essa non è «una mera cornice» della nostra vita. «Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale – scrive papa Francesco nell’enciclica Laudato si’ – bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale». Di qui, la necessità, com’è scritto nella stessa enciclica, di una «amicizia civica» e di una solidarietà, sia intra- che intergenerazionale, la cui lesione «provoca danni ambientali». L’ecologia integrale «è inseparabile dalla nozione di bene comune» e ciò implica il compiere scelte solidali sulla base di «una opzione preferenziale per i più poveri».

CELIM si inserisce proprio in questo contesto. Per la nostra Ong, l’attenzione all’ambiente è sempre stata, e in questi ultimi anni lo è ancora di più, un pilastro dei progetti che abbiamo messo in campo in Africa, nei Balcani e in Medio Oriente. Lo abbiamo declinato in modi diversi, come è possibile notare negli articoli di questo numero di Ad Lucem, ma ha per noi un valore fondamentale. Un intervento che promuova uno sviluppo sostenibile e duraturo (Impact to Change, il nostro motto, significa proprio questo) non può prescindere da questo rispetto per il mondo che ci circonda. Se così non fosse i nostri progetti avrebbero un respiro corto perché farebbero dietro di sé tabula rasa dei valori delle comunità locali e dello stesso ecosistema in cui sono inseriti.

«Sono la stessa indifferenza, lo stesso egoismo, la stessa cupidigia, lo stesso orgoglio, la stessa pretesa di essere il padrone e il despota del mondo che portano gli esseri umani, da una parte, a distruggere le specie e saccheggiare le risorse naturali, dall’altra, a sfruttare la miseria, abusare del lavoro delle donne e dei bambini – osserva papa Francesco -. Rallegra il fatto che una presa di coscienza dell’urgenza della situazione si riscontri ormai un po’ dovunque, che il tema dell’ecologia impregni sempre più i modi di pensare a tutti i livelli e cominci a influire sulle scelte politiche ed economiche, anche se molto resta da fare e se assistiamo ancora a troppe lentezze e persino a passi indietro».

Enrico Casale